Eros sui binari III

Mille perché turbinano nella mia mente, mentre mi rimetto in ordine le brache decido impulsivamente di seguirla e vedere cosa succederà. Certo se fossi furbo dovrei dileguarmi e lasciarla da sola nella sua colpevolezza ma quella maledetta curiosità che mi ha spinto tra le sue cosce mi pungola a seguirla ancora.

Velocemente cerco di starle al passo.
Anna, che per pochi secondi si è girata e mi ha guardato sempre con quella strana luce negli occhi, apre l’uscio e, infilandosi repentinamente dentro casa, lo richiude sbattendolo con forza, quasi che voglia tenermi fuori dal suo mondo.
I miei passi rallentano, i sensi si allertano, mi aspetto un boato di urla ed invece silenzio! Tutto questo mi mette agitazione, arrivo dinanzi la casa e mi rendo conto che di certo non posso forzare la porta. Mentre un senso di impotenza sembra pervadermi, scorgo, a circa un metro dalla porta, una finestra sepolta da una cascata di foglie di viti. Mi avvicino, scosto le viti, sbircio dentro accorgendomi anche che la finestra è socchiusa.
Dolcemente apro il battente tanto da poterli vedere e udire.

Eccoli li, lui si è spostato dall’uscio arretrando fino al muro e lei è in piedi dinanzi a lui, si stanno guardando ma lui sembra che non sia arrabbiato con lei.

”Anna vieni qui, vieni a porgerti al tuo Signore, offrimi ciò che mi devi “.

Ascolto queste parole e mi raggelo, vedo Anna che si avvicina e si pone dinanzi a lui. Si alza lentamente la gonna, ecco che compare il ricciolo biondo umido e tutto impiastricciato, il miele le è colato lungo le cosce. Lei alza una gamba e la poggia sul bracciolo della sedia, cosi si espone a lui che inizia a leccarle la caviglia, passando per il polpaccio tornito , arrivando all’interno coscia morbido e carnoso, striato di bianco umore. Vedo che lui inizia a lapparle la coscia, a mordicchiarla, a morderla anche con violenza agitandosi sulla sedia ma senza trovare sfogo alla sua energia.

“Anna dammelo tutto ! Basta giocare!”  

La donna alza anche l’altra gamba, si arrampica  e , puntellandosi poi con le ginocchia sui braccioli della sedia a rotelle, si inarca  sbattendo la sua femminilità sotto il muso dell’ uomo paralizzato. Lui la divora letteralmente, la mantiene ferma conficcandole le mani rapaci nei glutei e si tuffa tra i ricci e i petali di Anna leccando tutto il miele che lei …ha raccolto per lui!

Mi sento usato, realizzo che sono stato uno strumento in un gioco che non riesco a capire, almeno non ancora. L’uomo sulla sedia a rotelle ha uno spasmo grottesco, credo che abbia avuto il suo orgasmo e il mio pensiero è confermato quando la libera e le dice ” Anna ancora una volta hai esaudito i miei desideri, ora va di sopra, va a lavarti ”

Lei zitta in tutto questo tempo si dà una rassettata e si avvia verso le scale che conducono al secondo piano della casa, mentre sta salendo i primi gradini lui le dice ancora ” Anna, già sai vero?! Da domani non dovrai vederlo più il ragazzo del treno, il nostro gioco ha regole ferree e lui le ha infrante”

Lei senza girarsi annuisce chinando il capo e continua a salire i gradini di casa. Quindi io, usato e beffato , dovrei scomparire dalla vita della bionda burattinaia. Mi ritrovo a pensare che avranno delle amare sorprese mentre scorgo una luce, accesa al secondo piano, che traspare da una finestra aperta, incastonata nel vitigno del cortile.

E’ stata tua la colpa allora adesso che vuoi?

Volevi diventare come uno di noi

e come rimpiangi quei giorni che eri

un burattino ma senza fili

e invece adesso i fili ce l’hai!

una sera di pioggia

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. wwayne ha detto:

    Una forma di candaulismo decisamente creativa. Brava beppyna! 🙂

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